CEFALONIA 1943, TANTE “VERITÀ” – 8

a cura di Cornelio Galas

di Carlo Palumbo

Dopo la liberazione di Cefalonia

I tedeschi rimangono sulle Isole Ionie fino al settembre 1944. A Cefalonia restano anche un migliaio di prigionieri italiani inquadrati nei reparti della Repubblica sociale italiana o utilizzati nei servizi ausiliari. Molti si sono rifugiati sulle montagne, nascosti dai civili, o si sono trasferiti sul continente greco per combattere con i partigiani.

Tra quelli rimasti in mani tedesche si costituisce un’organizzazione clandestina denominata Raggruppamento banditi Acqui, che collabora con i partigiani e con la missione militare alleata, partecipando alla liberazione dell’isola. Il loro ruolo sarà riconosciuto dai capi della resistenza greca e dal Comando alleato del Cairo: rientreranno in novembre a Taranto conservando le proprie armi.

Dopo un primo intervento esplorativo, nell’ottobre 1944, voluto da don Ghilardini e da Apollonio, nel 1948 vi è una missione ufficiale dall’Italia che avvia la sistemazione dei resti dei soldati caduti, ma le condizioni politiche greche non permettono di dare ai corpi una collocazione definitiva.

Bisognerà aspettare ancora quattro anni per il recupero sistematico delle salme dei militari italiani: alla fine di febbraio 1953 vi è il primo trasferimento a Bari, dove saranno collocate nel Sacrario nazionale dei caduti di oltremare. È presente alle celebrazioni anche il presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

Nel frattempo si era costituita una prima Associazione nazionale dei reduci e dei familiari della Acqui che nel corso degli anni cambierà più volte denominazione.

Oggi è l’Associazione nazionale divisione Acqui che curerà la trasmissione della memoria dei tragici eventi del settembre 1943 e la realizzazione di numerosi monumenti celebrativi: tra questi quello nazionale di Verona, costruito nel 1966, e quello di capo San Teodoro, a Cefalonia, del 1979. Nel corso degli anni Cefalonia è stata meta di ministri, capi di governo, presidenti della Repubblica: nel 1982 Sandro Pertini, nel 2001 Carlo Azeglio Ciampi, nel 2007 Giorgio Napolitano.

La documentazione fotografica che proponiamo di seguito inizia con i partigiani greci attivi nei mesi dell’occupazione tedesca, seguono le immagini dei giorni successivi alla liberazione di Argostoli, dove sono presenti sia gli uomini del Raggruppamento banditi Acqui di Apollonio, sia i partigiani comunisti dell’Elas.

Il 24 settembre 1944 vi è la prima celebrazione presso capo San Teodoro, dove erano stati sepolti provvisoriamente dai tedeschi gli ufficiali fucilati un anno prima.

Il 5 ottobre, invece, partigiani greci e soldati italiani si ritrovano sulla banchina del porto di Argostoli per accogliere i rappresentanti del governo greco e del Comando alleato del Cairo. È presente anche il capitano Pampaloni, che aveva combattutto con i partigiani sul continente.

Le immagini successive documentano anche le prime ricerche effettuate a ottobre 1944 per individuare i luoghi dove sono presenti i resti dei soldati uccisi durante e dopo i combattimenti.

Presso la cosiddetta «casa del dottore» sono recuperati quelli del generale Gherzi, ancora riconoscibile per i gradi sulla divisa. Altre ricerche sono fatte presso Troianata e sul vallone del Kutsuli.

Le ossa sono ammassate provvisoriamente presso il cimitero di guerra italiano di Argostoli. Seguono, ancora, le immagini delle missioni italiane del 1948 e del 1953, quando si assiste al trasferimento dei corpi a Bari. Due fotografie documentano la visita dei 36 ufficiali sopravvissuti alla Casetta rossa a papa Pio XII in San Pietro.

E poi le immagini dei sacrari della divisione, di alcune delle attività celebrative dell’associazione e la presenza di uomini politici a Cefalonia.

«Senza armi, senza scarpe…» Un gruppo di partigiani greci nelle montagne di Cefalonia. Archivio «Il combattente»

«Faceva impressione l’enorme familiarità fra i partigiani». Due comandanti partigiani in montagna nel 1944. Archivio Amos Pampaloni.

“Dovevamo sempre spostarci. Tutti i giorni si cambiava posto!». Un gruppo di partigiani in marcia. Archivio Spyros Meletzis.

La liberazione: entrata dei partigiani dell’Elas ad Argostoli il 17 settembre 1944: sfilata sul lungomare; il «kapetanios» Pampaloni a cavallo. Archivio Amos Pampaloni.

Argostoli, 17 settembre 1944. Partigiani ellenici della 7a brigata Elas, sbarcati a Sami il 15 settembre 1944, entrano a bandiere spiegate in Argostoli, salvata dalla distruzione e liberata sin dalla sera dell’8 settembre da un gruppo di patrioti italiani (fanti, artiglieri e marinai) del Raggruppamento banditi Acqui operante agli ordini della Missione militare alleata delle Isole Ionie e del capitano Renzo Apollonio. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, 24 settembre 1944. Rassegna del Raggruppamento banditi Acqui in occasione della prima commemorazione dei caduti di Cefalonia. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, 24 settembre 1944. Rassegna del Raggruppamento banditi Acqui in occasione della prima commemorazione dei caduti di Cefalonia. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 24 settembre 1944. La commemorazione dei caduti a capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 24 settembre 1944. La commemorazione dei caduti a capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 24 settembre 1944. La commemorazione dei caduti a capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 24 settembre 1944. La commemorazione dei caduti a capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, 24 settembre 1944. Una corona di fiori viene posta su uno dei luoghi della sepoltura degli ufficiali italiani, nel primo anniversario della strage. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. In attesa dell’attracco delle corvette britanniche con la rappresentanza del Governo ellenico. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. In attesa dell’attracco delle corvette britanniche con la rappresentanza del Governo ellenico. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. In attesa dell’attracco delle corvette britanniche con la rappresentanza del Governo ellenico. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. In attesa dell’attracco delle corvette britanniche con la rappresentanza del Governo ellenico. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. Adunata della compagnia regolare dell’Esercito Ellenico per lo sfilamento. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. Da sinistra: il capitano Apollonio, comandante del Raggruppamento banditi Acqui, il tenente Agesilaos Migliaresi, aiutante del comando 7a brigata Elas, il capitano Pampaloni, da poco rientrato dalla penisola greca, in attesa dello sbarco del rappresentante del governo greco. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. Sbarco di Leon Maccas, rappresentante del governo ellenico. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. Sbarco dalla corvetta britannica del maggiore Hutchinson, rappresentante del Comando alleato del Medio Oriente del Cairo, del maggiore John Lazaris, capo della Missione alleata nelle Isole Ionie, del capitano Diomidis, del comando 7a brigata Elas. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. Patrioti italiani del raggruppamento banditi Acqui in attesa dei rappresentanti ellenici. Archivio Renzo Apollonio.

Banchina del porto di Argostoli, 5 ottobre 1944. Patrioti italiani del raggruppamento banditi Acqui in attesa dei rappresentanti ellenici. Archivio Renzo Apollonio.

Il maggiore Hutchinson, rappresentante del Comando alleato del Medio Oriente. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, settembre I capi partigiani greci indicano al capitano Apollonio i luoghi in cui sono stati sepolti i soldati italiani fucilati. Archivio Renzo Apollonio.

Casa del Dottore, Coccolata, ottobre 1944. Un greco del posto guida il capitano Apollonio, il tenente medico Muscettola e il cappellano militare padre Ghilardini, nel vallone in cui sono stati fucilati il generale Luigi Gherzi, comandante la fanteria divisionale, e altri ufficiali e soldati. Vengono riesumate e identificate due salme, che verranno poi sepolte con gli onori militari, resi da un reparto misto di patrioti greci e italiani. Archivio Apollonio.

Casa del Dottore, Coccolata, ottobre 1944. Un greco del posto guida il capitano Apollonio, il tenente medico Muscettola e il cappellano militare padre Ghilardini, nel vallone in cui sono stati fucilati il generale Luigi Gherzi, comandante la fanteria divisionale, e altri ufficiali e soldati. Vengono riesumate e identificate due salme, che verranno poi sepolte con gli onori militari, resi da un reparto misto di patrioti greci e italiani. Archivio Apollonio.

Casa del Dottore, Coccolata. I resti del generale Luigi Gherzi. Archivio Renzo Apollonio.

La scoperta di uno dei pozzi di Troianata. Archivio Renzo Apollonio.

Troianata. La riesumazione delle salme. Archivio Renzo Apollonio.

La riesumazione delle salme. Tratto da R. Formato, L’eccidio di Cefalonia.

Vallone del Kutsuli, Dilinata, ottobre 1944. Resti di fanti del 2° battaglione del 317° reggimento fanteria sottoposti a esecuzione sommaria sul campo di battaglia il 21 settembre 1943. Archivio Renzo Apollonio.

Vallone del Kutsuli, Dilinata, ottobre 1944. Resti di fanti del 2° battaglione del 317° reggimento fanteria sottoposti a esecuzione sommaria sul campo di battaglia il 21 settembre 1943. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, Drepanu. Il cimitero di guerra italiano, dove verranno composte provvisoriamente una parte dei resti dei 1.227 militari italiani riesumati dopo la partenza dei tedeschi da Cefalonia, nell’autunno del 1944. Archivio Renzo Apollonio.

Argostoli, Drepanu. Il cimitero di guerra italiano, dove verranno composte provvisoriamente una parte dei resti dei 1.227 militari italiani riesumati dopo la partenza dei tedeschi da Cefalonia, nell’autunno del 1944. Archivio Renzo Apollonio.

24 ottobre 1948: padre Formato celebra la messa di suffragio alla Casetta rossa. Tratto da R. Formato, L’eccidio di Cefalonia.

Padre Romualdo Formato, cappellano militare del 33° reggimento artiglieria. Tratto da R. Formato, L’eccidio di Cefalonia.

La missione militare italiana a Cefalonia nel 1948. Tratto da Rochat-Venturi, La divisione Acqui a Cefalonia.

Cefalonia 1952. Padre Luigi Ghilardini alla Casetta rossa di capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 28 febbraio 1953. La flottiglia italiana con i resti delle salme dei militari italiani salpa verso Bari. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. Le salme sono trasferite dalla nave Stromboli sulla banchina del porto. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. Si schiera il corteo delle corone che precederà le salme sfilando sul lungomare sino alla piazza del palazzo del Governo. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. Sulla banchina del porto. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. Il corteo si avvia sulla banchina del porto. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. Il corteo con le salme dei militari traslati da Cefalonia percorre il lungomare. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. I reparti schierati davanti al teatro Piccinni. Archivio Renzo Apollonio.

Bari, 1° marzo 1953. Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi assiste alle celebrazioni. Archivio Renzo Apollonio.

Bari. Il Sacrario dei Caduti d’Oltremare, dove riposano i resti dei caduti recuperati a Cefalonia, inaugurato il 10 dicembre 1967. Archivio Renzo Apollonio.

Roma, San Pietro, 22 settembre 1953. I 37 ufficiali sopravvissuti alla Casetta rossa sono ricevuti da papa Pio XII in occasione del decimo anniversario dell’evento. Archivio Donatello Viglongo.

Roma, San Pietro, 22 settembre 1953. I 37 ufficiali sopravvissuti alla Casetta rossa sono ricevuti da papa Pio XII in occasione del decimo anniversario dell’evento. Archivio Donatello Viglongo.

Bologna. Padre Ghilardini celebra in San Petronio la messa in suffragio dei caduti della sua divisione. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia 1966. La sezione provinciale di Padova depone una corona nella fossa dove furono sepolti provvisoriamente parte degli ufficiali fucilati nei pressi della Casetta rossa. Archivio Renzo Apollonio.

Il Sacrario di Cefalonia allestito nel 1978-79. Si tratta di una costruzione a esedra, rivestita di porfido rosso, collocata presso capo San Teodoro, a nord dell’abitato di Argostoli, il capoluogo dell’isola fondato dai veneziani nel 1757. La stele recita: «Ai soldati della Divisione Acqui marinai e finanzieri del presidio nell’isola offertisi volontariamente contro gli aggressori nazisti caduti dal 15 al 26 settembre 1945 in combattimento: ufficiali 26, sottufficiali e soldati 1.250 fucilati: ufficiali 155, sottufficiali e soldati 5.000 dispersi in mare: sottufficiali e soldati 3.000 L’Italia riconoscente». Archivio Renzo Apollonio

Il Sacrario di Cefalonia. Lapide commemorativa dei luoghi della battaglia del settembre 1943Archivio Renzo Apollonio.

La lapide nella fossa di capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

Il monumento nazionale della divisione Acqui a Verona inaugurato nel 1966. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia 1982. Il presidente Sandro Pertini in visita al Sacrario della divisione Acqui. Archivio Renzo Apollonio.

Cefalonia, 15 settembre 1983. Da sinistra, con gli occhiali, Pampaloni, il ministro della Difesa Spadolini, Loukatos e Apollonio in visita al Sacrario della Acqui. Archivio Renzo Apollonio.

Il generale Renzo Apollonio parla sul Sacrario di capo San Teodoro. Archivio Renzo Apollonio.

La mamma del sottotenente Gianni Clerici del 317° reggimento fanteria tra il generale Renzo Apollonio e il presidente dell’Associazione Ermanno Bronzini. Archivio Renzo Apollonio.

1° marzo 2001. Il presidente Ciampi in visita a Cefalonia. Archivio Donatello Viglongo.

2001. Il presidente della Repubblica Ciampi a colloquio col presidente dell’Associazione Acqui Antonio Sanseverino. Archivio Donatello Viglongo.

Il Medagliere della divisione Acqui. Archivio Donatello Viglongo.

Cefalonia 25 aprile 2007. Visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Archivio Mario Gelera.

Il superstite Giuseppe Ansaldi scolpisce la lastra di marmo che sarà collocata sul monumento alla Acqui a Novi Ligure (Al). Archivio Donatello Viglongo.

 

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