CARO FIGLIO CHE …

CARO FIGLIO CHE TI BUTTI IN POLITICA …

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di Cornelio Galas

E allora, tu vieni a dirmi, che ti metti in politica. Va bene figliolo. Lo sai che non ho mai interferito nelle tue scelte. Né quelle di cuore. Né quelle che hanno altre spinte. Permettimi, però, di dirti due-tre cose, questa volta. No, non m’interessa affatto – e ti prego di non dirmelo – in quale partito o movimento militi. No, non m’interessa nemmeno che cosa volete fare, i vostri programmi. Se siete di destra, sinistra, centro. O centro-destra. O centro-sinistra. O Centro-centro. No, no. Lasciamo perdere. Piuttosto dimmi: perché hai deciso di impegnarti in politica? Proprio tu, che fino all’altro giorno non leggevi nemmeno il giornale sul quale io scrivevo? Quello che ci dava da mangiare. Non hai bisogno di consigli, lo so. Ti stanno sulle palle. Sono un vecchio giornalista. Che ha cominciato ai tempi della Dc, del Pci, del Psi, persino del Psiup, partito scomparso in un pomeriggio dicevano … sì, dicevano proprio così. La riforma della scuola di Renzi? Sì, da quello che leggo potrebbe essere una boiata pazzesca. Come la corazzata Potemkin di fantozziana memoria. La gestione degli immigrati? Ah certo, dopo i recenti attentati in Francia, in Tunisia, in Arabia Saudita sarà più dura dare il benvenuto a quei poveri Cristi che si stanno arrostendo sugli scogli di Ventimiglia. Le pensioni? Il patto tra generazioni? Sono andato in pensione rimettendoci tanti soldi. Perché non ce la facevo più? Scherzi: avrei potuto giocare con i periodi di malattia, tirare avanti facendo finta di lavorare. Ma cosa credi? Potrei ancora fare un menabò al desk. E capire dove sta la notizia.
Sì’, vabbeh, vai in politica. Fa qualcosa. Soprattutto credi in qualcosa. Davvero. Non lasciarti soffocare dagli statuti. Dai regolamenti. Dai disciplinari. Tieni la testa alta. Ah, non accettare favori dagli sconosciuti. Potrebbero far male. Più di certe caramelle. Ah, se hai qualche dubbio, fammi pure un colpo col cellulare. Sempre che tu ti fidi di me.Che di sbagli ne ha commessi tanti. Anche nei tuoi confronti.
La vedrai presto, in sezione, la differenza. Tra chi ci crede e chi è lì per caso. La vedrai presto la diversità. Tra la tua voglia di fare e chi invece tira indietro. Capirai presto che, a ragionare con la propria testa, si finisce magari in minoranza. Ecco, quando succederà, da me non avrai un abbraccio consolatorio, e nemmeno solidarietà. Ma una pedata nel culo: avanti, avanti, non fermarti mai ragazzo.

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