ADELCHI
Alessandro Manzoni
(atto III)
Dagli atrii muscosi, dai fòri cadenti,
dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
dai solchi bagnati di servo sudor;
un volgo disperso, repente si desta,
intende l’orecchio, solleva la testa,
percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
quel raggio di sole da nuvoli folti,
traluce de’ padri la fiera virtù:
ne’ guardi, ne’ volti confuso ed incerto
si mesce e discorda lo spregio sofferto
col misero orgoglio di un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
per torti sentieri con passo vagante,
fra tèma e desire, s’avanza e ristà;
e adocchia e rimira scorata e confusa
de’ crudi signori la turba diffusa,
che fugge dai brandi, che sosta non ha.
……………………………..
Il forte si mesce col vinto nemico
Col nuovo signore rimane l’antico;
l’un popolo e l’altro sul collo vi sta:
Dividono i servi, dividon gli armenti;
si posano insieme sui campi cruenti
d’un volgo disperso che nome non ha..
VARDEL CHI